È Natale: nel Presepe ci sono il BUE e... L'ASINO DI PANTELLERIA
Le feste sono iniziate, e accanto all'albero, luminoso e splendente, brilla il presepe, con tutte le sue tipiche figure. Persino Pantelleria, a modo suo, ne ha una, davvero unica al mondo: l'asino pantesco, una mite e purtroppo ormai rara presenza sull'isola, a cui sono legate tante storie a testimonianza di quel solido rapporto di alleanza e affetto che gli animali domestici sono in grado di costruire con l'uomo.
Una dimostrazione della straordinarietà di questa razza autoctona è il caso di Gaspare Giannusa, il "cieco di Sibà" guidato nell'arco della sua vita da ben dieci asini panteschi, tra cui Catarina, tragicamente scomparsa, a cui è succeduta Ciuriddra, donata da un imprenditore di Agrigento colpito dalla triste storia e deciso ad aiutare l'uomo non vedente. Giannusa infatti si serviva degli asini come supporto per andare a lavorare e per avere la possibilità di essere indipendente nonostante la cecità; li addestrava lui stesso, ogni giorno, con pazienza e dolcezza.
L'asino di Pantelleria è stato per lungo tempo una preziosa risorsa per l'economia dell'isola, grazie alla sua longevità, alla costituzione robusta e alla capacità di trasportare con passo elegante e veloce carichi pesantissimi tra i campi e lungo i sentieri scoscesi. Di razza autoctona nata dall'incrocio tra l'asino selvatico africano e asini ragusani, l'asino pantesco è purtroppo oggi a rischio estinzione: proprio per questo l'Azienda Forestale Demaniale della Regione Siciliana con l'Ispettorato Dipartimentale delle Foreste di Trapani ha realizzato un progetto per ricostituire la razza pantesca in purezza, presso l'azienda pilota San Matteo di Erice con la collaborazione dell'Istituto Sperimentale Zootecnico per la Sicilia.
Oggi sull'isola si trova solo Ornella, unico esemplare di asino pantesco vivente a Pantelleria; altri 77 si trovano appunto nella riserva San Matteo di Erice, nel Trapanese. Una situazione che evoca lo spettro della possibile estinzione, vista dagli abitanti dell'isola come una grossa perdita, anche in termini di tradizioni. Basti pensare che un tempo, intorno al lago di Venere, si svolgeva ogni anno una corsa di asini a cui partecipavano le varie contrade, mentre una seconda festa si celebrava il 24 giugno in occasione di San Giovanni, nelle strade attorno al porto.
Proprio per questo il comune di Pantelleria, dopo all’istituzione del Parco Nazionale dell’isola, sta studiando un progetto per utilizzare gli asini nel turismo e nell’agricoltura sostenibile, riportando il loro ruolo al centro dell'economia pantesca e, soprattutto accogliendoli nuovamentenel loro habitat naturale.