Un blu così profondo da provocare le vertigini
"Questa è Pantelleria: un piccolo pezzetto di paradiso in mezzo a un mare di un blu così profondo da provocare le vertigini."
Pantelleria è figlia del vento e con esso deve fare i conti ogni giorno: le viti crescono bassissime sul terreno nero di lava; gli ulivi raggiungono forse il metro di altezza, ma sono carichi di frutti che diventeranno oro giallo; far crescere un albero di agrumi è abbastanza difficile e quando timidamente uno di questi alberelli si affaccia dalla terra e sulla terra, immediatamente viene protetto da un muro di pietre, generalmente di forma circolare ma ne ho visti di quadrati, di rettangolari e anche di forma ellittica; sono i “giardini panteschi”, costruzioni geometriche di una eleganza unica, fatte a protezione di un bene che difficilmente potrebbe crescere senza.Pantelleria è un’isola e la penuria d’acqua è atavica. Anche in questo caso l’uomo ha messo a frutto il suo ingegno e il suo senso creativo sfruttando una delle pochissime fonti d’acqua dolce: la pioggia.
La pioggia, benedizione o maledizione. In ogni caso va raccolta e conservata. Come? basta guardarsi intorno per notare le costruzioni tipiche dell’isola e cioè i dammusi. Piccoli, squadrati, bellissimi, con il tetto a cupola proprio per convogliare le acque piovane nei canali posti a perimetro dei tetti che, a loro volta, indirizzano tali acque nelle cisterne costruite in prossimità dei dammusi.
Trovate queste costruzioni ovunque; ve ne sono di cadenti e di nuovissimi, spesso in posizione invidiabile, a strapiombo sul mare, affacciati sulla piana di Ghirlanda o di Monastero, che guardano Cala Levante e il sorgere del sole oppure allungano lo sguardo verso Scauri, verso il tramonto; verso l’Africa. Si, perché nelle giornate limpide si può scorgere all’orizzonte la linea del continente africano e, di sera, vedere il lampeggìo di due fari costieri che, come messaggeri, si scambiano quattro chiacchere con i loro colleghi in terra di Sicilia.
Pantelleria è un’isola, ma i suoi abitanti sono gente di terra, non di mare. Ovunque, persone operose e dai lineamenti siculi-nordici, vikinghi a volte, coltivano ogni pezzetto di terra disponibile usando un sistema di terrazzamenti che risalgono dal mare fino alle pendici del monte Gibele e della Montagna Grande e ogni appezzamento è delimitato dai muretti in pietra lavica strappata alla terra…
Pantelleria è un’isola viva: al suo interno forze vulcaniche si muovono, si mescolano, si trasformano e si uniscono agli altri elementi: all’acqua del mare, formando le piscine naturali di acqua calda; alla terra, nei vulcanelli di fango delle favare; all’aria col suo respiro. Pantelleria, un’isola dove i quattro elementi hanno pari dignità. Vento, Acqua, Terra e Fuoco.
Il Vento che non smette mai di soffiare, di piegare, di sferzare, ma anche di accarezzare;
L’Acqua, quella del mare. Mare profondo, misterioso, inquietante, onnipresente; ma anche l’acqua dell’assenza dell’acqua e di tutto ciò che l’uomo realizza pur di averla;
La Terra; ricca, nera, costellata di verde, di giallo, di bianco;
Il Fuoco; lo senti sotto i piedi, nell’aria, tra i flutti del mare. Sai che c’è anche se non lo vedi.
Liberamente tratto dalla recensione pubblicata il 9 novembre 2009 su Tripadvisor da fin0 – Palermo –