Lo Zibibbo, il Passito, i capperi…

Una sola isola, tanti simboli

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Il cappero è il primo di questi simboli.
Il cappero è una pianta che ha le stesse caratteristiche dell'isola cui appartiene.
È una pianta tenace e ruvida, riesce a crescere sulla pietra, ma è coronata da un fiore delicatissimo, che appare quasi un’orchidea in miniatura.

L’arbusto, tipico della flora mediterranea, ha un corto tronco legnoso e rami che strisciano verso il suolo; le foglie, carnose e ovali, sono di colore verde scuro. Il fiore è bianco, con numerosi stami rosa-intenso, dai riflessi viola.
Una piccola meraviglia della natura.

Le piante, disposte in filari, si trovano un po’ dappertutto. La zona d’elezione è però il versante meridionale dell’isola, il tratto compreso tra le contrade di Scauri Basso-Staria e Rakhali, dove il clima è particolarmente caldo, appena rinfrescato dall’umidità del mare.

I contadini scelgono con cura le piantine da mettere a dimora nelle aree più esposte al sole: occorrono tre anni di paziente attesa prima che raggiungano la piena produzione. La raccolta dei capperi, che sono i boccioli dei fiori della pianta, comincia verso la metà di maggio e prosegue fino alla fine di agosto nelle zone un po’ più lontane dal mare.

Nella stagione della raccolta i rami continuano a crescere, si coprono di nuovi boccioli, ogni 8-10 giorni. I capperi vengono staccati a mano, uno per uno, in posizione china; per evitare almeno caldo torrido, la raccolta avviene soprattutto all’alba o nel tardo pomeriggio.

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