Pantelleria Isola Magica

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Cossyra, la «Terra del ramo di mirto», per i Romani; Bent el Rion, la «Figlia del vento» per gli Arabi e, infine, Pantelleria, «Terra ricca di offerte» per i Bizantini: in molti, dai Fenici in poi, hanno sfruttato l’importanza strategica dell’isola, lasciando le tracce del loro passaggio.

Così, le abitazioni tradizionali sono arabe: i «dammusi», in pietra lavica a secco, con tetto a cupola che convoglia l’acqua piovana in una cisterna. Arabi sono pure i nomi delle località: Kamma (dove si coltiva la canapa), Buccuram (padre ricco di vigne), Mursìa (contrada del porto). Spagnoli invece sono molti cognomi, come Errera o Valenza. Normanni, infine, sono gli occhi azzurri e i capelli biondi orgogliosamente esibiti dai panteschi.

Il centro abitato, purtroppo, non conserva più nulla del suo fascino antico: bombardato durante la Seconda guerra mondiale, è stato ricostruito senza regole. Ma il resto dell’isola offre visioni incantevoli. I reperti archeologici di varie epoche sono sparsi un po’ ovunque: tra gli altri, l’Acropoli fenicia e quella romana, i resti del monastero Basiliano. Molto suggestiva è la zona dei Sèsi, monumenti funerari giunti fino a noi da una civiltà neolitica lontana circa cinquemila anni. Numerose chiesette, anche molto antiche, custodiscono preziose statue di santi e madonne, testimonianze della fede dell’isola.

Le spiagge hanno nomi che evocano pirati e sirene: Balàta dei Turchi, Kharuscia, Cala Cinque Denti, Punta Spadillo. A Cala Levante si trova un capolavoro della natura: l’Arco dell’Elefante, uno scoglio pachidermico con un’immensa proboscide, modellato dal vento e dal mare e divenuto il simbolo dell’isola. A Sataria c’è una grande grotta con vasche termali: c’è chi la identifica con la grotta di Calipso, che a lungo ospitò Ulisse. Le spiagge più esclusive e intime si possono raggiungere solo con la barca, che permette anche di ammirare la capricciose conformazioni degli scogli. Su alcuni si trovano dei piccoli specchi d’acqua, incantevoli per colori e riflessi: al laghetto delle Ondine si può fare il bagno anche se il tempo è cattivo.

La natura vulcanica dell’isola si rivela in sorprendenti fenomeni, come le varie grotte naturali dove esce vapore acqueo ad alta temperatura, ideale per fare le saune. La grotta di Benikhulà, per esempio, in un costone della Montagna Grande, nella zona di Sibà. Si raggiunge percorrendo un sentiero che offre uno splendido panorama sulla vallata di Tikhirrìki. Lo Specchio di Venere, nel nord dell’isola, è un bellissimo lago dall’acqua azzurra e trasparente: le sue acque sulfuree, secondo gli antichi favorivano la fecondità; i suoi fanghi sono ricchi di sostanze benefiche per la pelle.

La Montagna Grande, il Monte Gibele e le colline, coperte di boschi sempreverdi di pini marittimi, lecci, erica, mirtilli e corbezzoli e abitate da numerose specie di funghi mangerecci, offrono molte opportunità per gli amanti della natura e del trekking.

tratto da: http://www.truncellito.com/1999/capperi-pantelleria

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